Procuratie (Calle, Fondamenta delle) a S. Maria Maggiore. Queste strade, nonché le due corti delle Procuratie, l’una situata a S. Geremia, e l’altra a S. Maria Zobenigo, presero il nome dalle case che i Procuratori di S. Marco, secondo le pie intenzioni dei testatori, davano da abitarsi amore dei ad alcune famiglie indigenti. Le case di S. Maria Maggiore si dispensavano dai Procuratori de Ultra, e provenivano dal testamento di Filippo Tron, 8 novembre 1502. Erano 60, cioè 26 in solèr, e 34 a pepiàn, e nella raccolta del Gherro ne esiste la pianta con disegno a colori. Le case di S. Geremia si dispensavano invece dai Procuratori de Citra, ed appartenevano alla commissaria d’un Zuane Ravagnan. La distribuzione finalmente delle case di S. Maria Zobenigo spettava parte ai Procuratori de Supra, secondo il testamento di un Luca Moro 19 aprile 1410, e parte ai Procuratori de Citra come commissari d’un Giacomo Corner.
Nel principio del IX secolo incominciossi in Venezia ad eleggere un procuratore perché sopravvegliasse all’erezione della basilica di S. Marco. Gli furono successivamente aggiunti alcuni colleghi coll’ordine seguente, cioè uno l’anno 1231, un altro nel 1239, un terzo nel 1261, e due altri nel 1319. Ridotti a sei, furono divisi in tre classi. Due si chiamavano de Supra, due de Ultra, e due de Citra. Quelli de Supra dovevano aver cura della chiesa ducale e della Piazza; quelli de Ultra amministrare le tutele e le commissarie al di là del Canal Grande; quelli de Citra al di qua dello stesso canale. Nel 1353 ai due Procuratori de Supra se ne aggiunse un terzo. Finalmente nel 1442 il Maggior Consiglio fissò il loro numero a nove, tre per procuratia. La dignità dei Procuratori, che era a vita, si considerava seconda dopo quella del doge, come si esprime una legge del Maggior Consiglio: Sicut dignitas Procuratoris est immediate secunda a principatu ducatus nostris ecc. Essi venivano mai sempre ammessi in Pregadi senza bisogno dell’annuale ballottazione, e godevano d’altri diritti e privilegi. Le rendite delle procuratie, dipendenti da lasciti e largizioni private, erano molto rilevanti. Una gran parte se ne impiegava in opere di carità d’ogni maniera, fra cui ci piace ricordare i molti biglietti di grazia, che venivano distribuiti annualmente da Natale e da Pasqua alle ragazze povere sì della città come dello Stato, e che ad esse fruttavano una buona somma di danaro onde collocarsi in matrimonio o monacarsi. Oltre i nove Procuratori ordinarii ve ne furono talvolta alcuni di straordinarii o perché tale dignità venne venduta nelle strettezze dell’erario, o perché si volle con essa premiare rilevanti servigi resi allo Stato.
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