S. Zaccaria

S. Zaccaria (Parrocchia, Campo, Calle, Sottoportico). La chiesa di S. Zaccaria dicesi fondata da S. Magno nel VII secolo sopra un’isoletta chiamata Ombriola, e subito fatta parrocchiale. I dogi Angelo e Giustiniano Partecipazio vi aggiunsero un monastero di Benedettine quando ricevettero in dono dall’imperatore d’Oriente Leone V il corpo di S. Zaccaria. Questo monastero venne riedificato sotto il doge Orso Partecipazio, eletto nell’864, dall’abbadessa Giovanna, figliuola di esso doge. Ebbe un’altra rifabbrica, insieme alla chiesa, dopo il terribile incendio del 1105, incendio in cui vuolsi che perissero soffocate 100 monache, rifugiatesi nel sotterraneo sussistente ancora a destra dell’altar maggiore. Negli anni 1456-1457 si diede mano ad innalzare la chiesa attuale, che fu compiuta nel 1515 sullo stile dei Lombardi. Il monastero fu soppresso nel 1810, e nel 1815 ridotto agli Uffizi della Ragionateria Centrale. Ora è caserma. A bella prima si chiuse anche la chiesa, ma poco dopo si ridonò al divin culto come sede di più ampia parrocchia, formata colle contrade delle circonvicine parrocchie allora soppresse.

Papa Benedetto III, essendo stato accolto, allorché nell’855 fuggiva la violenza dell’antipapa Anastasio, dalle monache di S. Zaccaria, fece dono alla loro chiesa di molte reliquie. Allora si stabilì che ogni anno, ai 13 del mese di settembre, anniversario della vigilia del giorno in cui ebbe luogo la consecrazione della chiesa predetta, essa venisse visitata dal doge e dalla Signoria. Nella prima visita il doge Pietro Tradonico ebbe in regalo dall’abbadessa Morosini un corno ducale tutto d’oro, e superbamente gemmato, col quale in seguito s’incoronarono i dogi; nella visita poi che fece l’anno 864 trovò la morte sotto i pugnali della fazione Barbolana. Ad inquisire sopra questo assassinio si formò una commissione che in seguito si rese permanente, formando il magistrato degli Avogadori di Comun. La visita della chiesa di S. Zaccaria dal 13 settembre venne nei secoli successivi trasportata al giorno di Pasqua, e si mantenne fino alla caduta della Repubblica. In quest’occasione un altro doge, cioè Vitale Michiel II, venne ucciso da Marco Cassolo, come abbiamo narrato. Vedi Rasse (Calle delle).

Racconta il Sanudo che, regnando anche nel convento di S. Zaccaria il mal costume, ed avendosi preso il partito il 1° luglio 1514 di serar il parlatorio di S. Zacharia per più honestà, andò el vicario dil patriarcha domino Zuan di Anzolo di Santo Severino, vicentino, dotor, a far questo efecto con alcuni capitani e oficiali; unde, visto questo le monache si meseno a uno con saxi, e li feno levarsi essi oficiali e vicario de lì per forza, ancora che non volesseno, unde hanno terminato luni di andar il patriarcha in persona a far questo efecto. Or poi di hordene del Consejo di X fo mandato a far le fenestre. Anche nei secoli XVII e XVIII grande era la libertà e la gajezza dei parlatorii delle monache, e specialmente di quello di S. Zaccaria. Colà convenivano persone d’ambi i sessi, avevano luogo brillanti conversazioni, si davano festini e mascherate, e v’era tutto quello che avesse potuto divertire le monache, non esclusi i casotti dei burattini, uno dei quali scorgesi dipinto dal Longhi in un suo quadro, che rappresenta appunto il parlatorio di S. Zaccaria, e che può ammirarsi nel Civico Museo.

Abitava a S. Zaccaria nel 1484, prima di trasferire il proprio domicilio in parrocchia di S. Angelo, Vittor Camelio, o Gambello, che in quell’anno col nome di Vettor di mastro Antonio da S. Zaccaria, venne assunto a maestro di stampe nella nostra zecca.

All’ingresso, che dal Campo di S. Provolo guida a quello di S. Zaccaria, s’ammira un leggiadro bassorilievo, rappresentante la Vergine fra S. Giovanni Battista e S. Marco con sopra S. Zaccaria.

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