Vergini

Vergini (Calle delle) a Castello. Ugolino, vescovo di Ostia, che fu poi papa Gregorio IX, giunto a Venezia come legato di Onorio III, consigliò nel 1224 al doge Pietro Ziani di erigere una chiesa intitolata S. Maria Nuova di Gerusalemme, in memoria di quella del medesimo titolo che in Palestina era stata poco prima distrutta dai Saraceni. Il doge aderì al pio desiderio, ed aggiunse alla chiesa un convento di monache Agostiniane, per cui ambedue questi edifici presero volgarmente il nome di S. Maria delle Vergini. A due incendi essi andarono soggetti, nel 1368 e nel 1487, dopo i quali vennero rifabbricati. Nel 1806 si consegnarono alla Veneta Marina, e nel 1809 si ridussero ad ergastolo, o bagno dei forzati. Ora sono completamente distrutti, e l’area, compresa nella cerchia dell’Arsenale, serve a bacino di carenaggio, incominciatosi a scavare nel 1869.

Anche le monache delle Vergini coabitavano un tempo con frati che, probabilmente per le loro intemperanze, furono per due volte, cioè nel 1295, e nel 1449, espulsi dal convento. Anch’esse tanto nel secolo XIV, quanto nei secoli XV e XVI, diedero parecchi esempi di scostumatezza.

La chiesa delle Vergini era visitata il primo maggio di ogni anno dal doge e dalla Signoria tanto per fruire della indulgenza detta della Porziuncola, concessa da Bonifacio IX, quanto per ricordare alle monache il jus patronato ducale. In questa occasione la badessa recitava un discorso innanzi al principe, e lo regalava d’un mazzo di fiori con manico d’oro e guernito di merletti veneziani.

Nel convento delle Vergini ebbe stanza la moglie del Carmagnola dopo la decollazione del marito, provveduta d’annua pensione, ch’essa però perdette tostoché da alcune donne di Lombardia si lasciò sedurre alla fuga.

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