Capitello

Capitello (Calle del) a S. Alvise. Avendosi nei primi tempi, per rendere più sicura la città dagli assassinamenti che succedevano, posto ad ardere per le strade mal sicure alcuni fanali, detti allora cesendeli, perché mandavano un chiarore fioco, non dissimile da quello delle lucciole, cicendelae nominate, la pietà dei parroci poneva innanzi ad essi delle imagini di Santi, affinché al loro cospetto si rattenessero i ribaldi dal commettere azioni malvagie. Ecco l’origine di quegli altarini, o capitelli, sì frequenti tuttora in Venezia. Il frate tedesco Faber, che nel 1489 pubblicò a Stuttgart il suo Evagatorium, o Viaggio in Terra Santa, così scrive, parlando dei capitelli di Venezia: In omnibus angulis, ubi arcti sunt vici et curvi, est suspensa una lampas, quae noctibus accenditur, et ne lumen gratis ardere videatur, ad parietem, retro lampadam, ponunt aliquam imaginem B. V., et lampas tam ad honorem B. V. accenditur, quam ad comoditatem transeuntium (1).

Note di Lino Moretti

  1. Si corregga la svista del T. Il frate Felix Faber andò in Terra Santa nel 1480 e nel 1483; il suo Evagatorium fu edito a Stoccarda da Hassler in tre volumi nel 1849.

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