Caliari

Caliari (Calle) sulla Fondamenta degli Ormesini (1). Non Caliàri, ma Calèri, corruzione del cognome Calergi, viene denominata questa calle negli Estimi, e si ritrova che in essa nel 1661 possedeva varie case il N. U. Abate Vittore Grimani Calergi. Egli era figlio di Vincenzo Grimani, della cui famiglia parleremo a suo luogo, e di Marina Calergi, discendente da ricca famiglia di Candia, la quale lottò lungamente colla Repubblica pell’indipendenza della patria, finché nel 1258 assoggettossi al Veneto dominio. Alessio Calergi si vide perciò ammesso coi discendenti al Maggior Consiglio, e giunto a morte, prescrisse solennemente ai propri figli obbedienza al vessillo di S. Marco. Tre di essi si attennero al comando paterno, ma non il quarto di nome Leone, che ribellatosi, fu nel 1300 cucito in un sacco, e gettato in mare. Per lo stesso titolo venne ucciso un Evagora Calergi nel 1330, gettato dall’alto del palazzo un Carlo nel 1364, mentre i soldati stavano pronti a riceverlo sulla punta delle spade, e decapitato un Giovanni coi fratelli Alessio e Giorgio. Avendo tuttavia un altro Giorgio soccorso poco tempo dopo la Repubblica nella guerra contro i Genovesi, ebbe anch’egli nel 1381 coi posteri l’onore del patriziato. Questa famiglia, la quale, secondo alcuni, avrebbe avuto fra i suoi ascendenti un Michele eletto nel 1332, vescovo di Venezia, e la quale operò belle prove di valore contro i Turchi alle Curzolari, a Paros, ed ai Dardanelli, andò estinta nella seconda metà del secolo XVIII. Vincenzo Grimani, pel suo matrimonio con Marina Calergi, avvenuto nel 1608, ne ereditò i beni, e fu causa che tutta la sua linea assumesse il cognome di Grimani Calergi. Vittore di lui figlio nominato nel principio del presente articolo, fu investito nel 1629 dell’abazia di Moggio, quindi nel 1639 di quella di Rosazzo, e nello anno istesso di quella di S. Zeno in Verona. Avendo costui, d’accordo coi fratelli Giovanni e Pietro, fatto uccidere nel 1658 Francesco Querini, venne colpito coi fratelli medesimi da sentenza capitale di bando, perdita della nobiltà, e confisca di beni. Senonché nel 1660, mediante preghiere ed offerte, ottennero tutti piena grazia dalla Repubblica. Vedi Vendramin (Calle larga ecc.).

Raccontano i Diarii manoscritti del Benigna che il 20 maggio 1737, di notte, fu ritenuto un frate dei Minori Osservanti, il quale, vestito da barcajuolo, aveva levato di casa in Calle Calergi, e condotto in gondola a S. Andrea, la Sig.ra Bisi dai conzieri, ove voleva derubarla degli oggetti d’oro che portava addosso.

Note di Lino Moretti

  1. Ora si legge: Calergi vulgo Calesi.

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