Briati

Briati (Fondamenta, Ponte) ai Carmini. Qui presso, trovavasi, come ricorda il Cicogna, la fabbrica di cristalli Briati. Giuseppe Briati, trattenutosi per tre anni in Boemia, ed appresa l’arte di ridurre il vetro in cristallo, la introdusse fra noi nel 1730. Edificò a bella prima una piccola fornace a Murano, ma invidiato dai Muranesi, che lo assalirono di notte con armi da fuoco, ottenne nel 1739 di trasportarla a Venezia nel locale accennato. Egli, dice il cons. Giovanni Rossi in uno squarcio della sua opera inedita sopra i Costumi e le Leggi dei Veneziani, riportato dal Cicogna, mostrò di coltivare un ingegno distinto. Non eravi oggetto di cui non intraprendesse e non conseguisse l’imitazione, e fiori e frutti, e ponti, e giardini, e animali e figure, tutto riduceva alla perfezione. Allora per tutte le mense i signori pompeggiarono i vaghi adornamenti, chiamati dezert, e questi, spesso di pasta, di zucchero e di porcellana, diventarono quasi tutti di vetro, e di vetro del Briati, abbellendosene gli stessi pranzi pubblici del doge. Anche Nicandro Jasseo, dopo aver parlato d’un gentiluomo di Casa Zenobio, proprietario del palazzo situato sull’opposta Fondamenta, nomina la fabbrica Briati coi due versi:

Hunc contra insudat sufflando fabrica vitro
Unica in urbe, tuis sed quae dabit omnia votis.

Non è vero poi, come disse il Bussolin nella sua piccola Guida alle Fabbriche Vetrarie di Murano, che la fabbrica Briati andasse chiusa verso il 1790. Essa continuava ad esistere ai Carmini, sotto la medesima ditta, anche nel principio del secolo corrente.

Il Ponte Briati si chiama pure dei Martini da una famiglia così cognominata, che più anticamente presso al medesimo abitava. Una figlia di Piero Martini dai Carmini sposò nel 1434 il N. U. Felice Bon. In occasione poi della Redecima del 1566, Alberto dei Martini fo de m. Alvise notificò una casa da statio qual habito in contrà de S. Rafael, appresso il ponte per andar alli Carmini. E la Cronaca di famiglie cittadine originarie (Classe VII, Cod. 27 della Marciana) parlando dei Martini, così dice: trovasi al presente Bernardin qual ha casa ai Carmini e vive d’entrada. Questa famiglia venne fra noi nel secolo XIV coi mercatanti e tessitori di seta Lucchesi. Produsse alcuni cavalieri di Malta, fra i quali quell’Andrea che, come diceva l’epigrafe fatta incidere nel 1580 dagli eredi sopra la sua tomba in chiesa di S. Croce della Giudecca, fu chiaro per molti onori, si rese benemerito della religione, ed occupossi per tutta la sua vita con somma lode negli affari dei principi.

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