Ambasciatore (Ramo dell’) a S. Barnaba. Conduce ad un palazzo, il quale ha la facciata sul Canal Grande, di stile archiacuto, con marmi e statue di qualche merito. Esso nel secolo trascorso apparteneva ai Loredan, e servì di residenza al generale terrestre Gio. Matteo di Schulemburg, ma nel 1754 cominciò ad essere abitato dal conte Filippo Rosenberg-Orsini, ambasciatore Cesareo presso la nostra Repubblica. Havvi memoria che nell’anno medesimo il doge Francesco Loredan propose alla corte di Vienna di cederle questo palazzo ad uso degli ambasciatori imperiali per uno spazio di tempo non minore di ventinove anni, col patto che la pigione si dovesse sborsare in una sola volta, e le spese di ristauro andassero a carico degli ambasciatori medesimi. Non è noto se la corte di Vienna accettasse la proposta, ma sappiamo che qui ebbe residenza anche il conte Giacomo Durazzo, patrizio genovese, il quale il 27 settembre 1764 fu il successore del Rosenberg, e per venti anni sostenne in Venezia la propria carica. Egli volle dimorare in Venezia anche uscito di impiego, e venuto a morte fra noi il 15 ottobre 1794, ottenne un anno dopo, per cura del nipote Girolamo Durazzo, un onorevole epitaffio in chiesa di S. Moisè.
Da quanto abbiamo detto risulta andarsene errati di molto il Lecomte (Venise ou Coup d’oeil ecc.) ed il Zanotto (Guida Massima ecc.), il primo dei quali suppose che il suddetto palazzo servisse d’abitazione all’ambasciatore di Spagna, ed il secondo, che il medesimo fosse posseduto da qualche individuo della famiglia Durazzo, ambasciatore genovese della sua alla nostra Repubblica.
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