Parangon

Parangon (Ramo secondo, Ramo terzo, Ramo quinto) a Rialto. Da alcuni drappi di seta che erano chiamati, per la loro perfezione, del paragone, e corrottamente del parangon. Il Boerio, nel suo Dizionario del Dialetto Veneziano, scrive in tal forma: Panni e stoffe di Paragone si chiamavano nei secoli XVI e XVII quei pannilani e drappi di seta, così detti dalla loro finezza e perfezione, che si fabbricavano in questa capitale nel lungo edifizio che esiste sulla Piazza di Rialto, sopra i portici, ora detti Ruga dei Oresi, dalla parte di S. Giovanni: edifizio che quindi appellavasi del Paragone, il quale più anticamente serviva all’uso delle Magistrature, quando il Governo era in Rialto. La calle di mezzo tra il detto edifizio, e l’altro che riferisce sopra la Piazza di Rialto Nuovo, chiamavasi Calle del Paragone, e v’era ancora ai giorni nostri qualche fabbrica di pannilani, ma ordinarii, sussistente nel medesimo luogo. Domenico Loredan notificò nel 1582 di possedere due volte a Rialto al parangon de seda.

Leggesi negli Annali del Malipiero: A dì 5 de Marzo (1492) è zonto qua do Ambassadori del re di Polonia con 60 boche per andar a Roma e Napoli, et ha alozà in Corte del Parangon a spese della Signoria.


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