Giudecca

E’ un’isola disgiunta da Venezia mediante un canale che non solo della Giudecca, o delle Zattere, ma si trova appellato Vigano (da vicus borgo, o villaggio, considerandosi la Giudecca rispetto a Venezia come un villaggio, o borgo), e Carbonaria (dalle zatte cariche di carbone che v’arrivavano). Quest’isola era detta anticamente Spinale, o Spinalonga, secondo alcuni, per la sua figura lunga e ristretta come uno spino di pesce, e secondo altri, pei grandi spinai che in essa vegetavano. Il nome Giudecca sembra proveniente dai molti Giudei, od Ebrei, che nei primi tempi vi s’accasarono. Scrive il Battagia nei suoi Cenni storici e statistici sopra l’isola della Giudecca che tale opinione è corroborata dall’esservi in Ferrara una contrada egualmente appellata pell’avervi soggiornato gli Ebrei; dal sapersi che alla Giudecca sorgevano due sinagoghe demolite nel secolo scorso, dall’avervisi rinvenuto alcuni anni fa presso le Zitelle una pietra d’un piede quadrato con caratteri Ebraici; finalmente dalla costante tradizione degli isolani che indicano perfino i luoghi dove gli Ebrei abitavano. Contuttociò alcuni fanno invece derivare Giudecca dal giudicato, o sentenza, colla quale, sullo scorcio del secolo IX, si concessero alcuni terreni di Spinalonga alle famiglie dei Barbolani, dei Flabanici, e dei Caloprini, richiamate dall’esiglio, per indennizzarle dei danni sofferti. Dicono che giudicato avrassi pronunziato alla Veneziana zudegà, donde saranno derivate le voci Zudeca, Zueca, e finalmente Giudecca.

La Giudecca stendevasi anticamente dalla punta occidentale di S. Biagio fino al sito ove trovasi il Ponte Lungo, il quale fu eretto nel 1340 appunto per congiungere l’antico tratto dell’isola con quello che, mediante gl’interramenti, aveasi cominciato a formare verso S. Giorgio fino dal 1252.

Il celebre padre Coronelli diede il disegno d’un ponte che avesse dovuto congiungere l’isola della Giudecca alla città di Venezia, e che si scorge inciso nella raccolta del Gherro in varie cartine bislunghe unite. La proposta è spiegata nel Libro de’ Compari pubblicato nel MDCCXIV.

Racconta Benedetto Varchi nel libro X della sua Storia Fiorentina che il divino Michelangelo, abbandonata Firenze, ove stavano per rientrare i Medici, giunse nel 1529 a Venezia, e per fuggire le visite e le cerimonie, delle quali egli era nimicissimo, e per vivere solitario secondo l’usanza sua, e rimoto dalle conversazioni, si ritirò pianamente alla Giudecca, dove la Signoria, non si potendo celare la venuta d’un tal uomo in tanta città, mandò due de’ primi gentiluomini suoi a visitarlo in nome di lei, e ad offerirgli amorevolmente tutte quelle cose, le quali, o a lui proprio, o ad alcuno di sua compagnia, bisognassero; atto che dimostrò la grandezza così della virtù di Michelangelo, come dell’amore di quei magnifici, e clarissimi signori alla virtù. Dicesi, ma non è accertato, che il Buonarroti presentasse in questa occasione al Senato un modello pell’erezione in pietra del Ponte di Rialto.

Alla Giudecca, ricca un tempo di ottomila abitanti, v’erano molti palazzi in cui si diedero molti festeggiamenti agli esteri principi, e si ha memoria che nel palazzo Corner soggiornò momentaneamente nel 1800 il Pontefice Pio VII.

V’erano pure molte ortaglie (e ve ne sono tuttavia) che si affittavano talvolta per un giorno intero, ed ivi avevano luogo, specialmente nel secolo trascorso, tresche, orge, e baccanali.

Mappa

Nella vicinanza


A B C D E F G I L M N O P Q R S T U V W Z

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *