Frezzarìa (Piscina, Ramo di) a S. MarcoS. Marco. La Frezzeria, o Frezzaria, detta nel Sabellico vicus sagittarius, ebbe tal nome, come nota il Marin, perché vi si vendevano frecce. Infatti, un Giacomo de Zuane frezer, ed un Bartolomeo de Zuane frezer dalla parrocchia di S. Moisè, a cui la Frezzeria era soggetta, trovavansi ascritti, il primo nel 1471 alla Scuola Grande di S. Marco, ed il secondo nel 1473 a quella di S. Giovanni Evangelista. Inoltre, moltissimi frezeri morirono nella medesima parrocchia l’anno 1576, epoca della pestilenza. Alcune leggi del secolo XIV ci fanno conoscere che i Veneziani erano obbligati ad esercitarsi nel trar di balestra, e che i Capi Contrada dovevano iscrivere tutti gli uomini del loro circondario dai 16 ai 35 anni, dividerli in ischiere, e mandarli, una volta alla settimana, i plebei di festa, ed i nobili in altra giornata, a frecciare al bersaglio. Tali ragunate si facevano al suono di un’apposita campana, essendo stabilito che il principale luogo dell’esercizio fosse la spiaggia del Lido con premio proposto dal Dominio. Pel trasporto stavano pronte dopo il mezzodì alla Piazzetta certe barche, ganzaroli appellate, le quali si vogavano dagli stessi saettatori. Anche nel secolo XVI frecciavasi al Lido, e, nota il Sanudo, che ai 3 di giugno 1514 si stabilì di trarre cogli archi invece che colle balestre, perché le freze di balestra non erano perfete. In seguito però, per decreto del Consiglio dei X, incominciossi a trarre con schiopeti et archibusi, finché, mutata affatto la maniera di guerreggiare, rimasero soltanto in vigore gli esercizii a fuoco, che specialmente dai bombardieri si facevano così al Lido, come in appositi punti della città.
Leggesi nei Diarii del Sanudo: 12 luglio 1518. In questo zorno a hore 12 se impiò fuogo in Frezzaria dove stanno i capelleri, et si bruxò 5 caxe de s. Antonio Zustinian.
In Frezzeria, all’insegna del Sole, eravi l’officina di Giacomo Franco, celebre incisore in rame, e calcografo, nato nel 1550. Egli testò il 12 giugno 1620 in parrocchia di S. Moisè negli atti del notajo Fausto Doglioni, lasciando qualche ricordo ai pittori Tizianello, e Palma il Giovane. Morì il giorno ventotto successivo.
In Frezzeria, e precisamente nella casa che sta sopra il negozio di coloniali Giudica, e che fu più tardi abitazione dell’avvocato Avesani, soggiornò Lord Byron presso un negoziante di panni, la cui moglie fu il primo scopo delle sue cure amorose in Venezia. Presso il sottoportico, prossimo alla Piscina di Frezzeria, il 14 giugno 1859, un soldato allo stipendio dell’Austria, uccise col suo moschetto un ragazzo appellato Luigi Scolari, in occasione del tumulto suscitatosi fra il popolo al falso annunzio che Venezia stava per rimanere libera. Nel luogo dell’avvenuto fu posta nel 1867 una epigrafe offensiva agli Austriaci, la quale dalla prudenza del senatore Torelli mutossi in quella che presentemente si vede.
Per la spiegazione del nome Piscina vedi Piscina o Pedrocchi (Calle).
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