Fornace

Fornace (Calle della) a S. Giobbe. Da una fornace di pietre tuttora esistente. I padroni delle fornaci, ed i lavoratori di mattoni esercitavano liberamente la loro industria senza alcun vincolo reciproco, e senza alcun privilegio. Non avevano né corpo d’arte, né statuto. Le leggi determinavano però le misure delle piere elete (mattoni), dei tavelli (pianelle), e dei copi (tegole). Altre leggi prescrivevano il tempo di lavorare l’argilla, che doveva farsi nella state, mentre la cottura delle fornaci si eseguiva d’inverno con le cannucce e le vermene dei giunchi delle paludi. Vigilavano all’eseguimento di queste leggi i Giustizieri Vecchi, ed i Provveditori della Giustizia Vecchia. I fornaciaj dividevansi fra loro, secondo i guadagni, la piccola tassa che pagavano al Collegio della Milizia da Mar, il qual magistrato decideva sulle controversie relative alle divisioni. Secondo la statistica del 1773, sei erano i padroni di fornace, e trenta gli uomini di lavoro.

Alcune altre strade di Venezia furono in origine per la medesima causa così appellate.


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