Cortese

Cortese (Calle) ai SS. Giovanni e Paolo. Un Nicolò Cortese fo de m. Domenego notificò nel 1514 di possedere una casa sora el paludo, a S. Zuane Polo, in la contrà de S. Marina. Avvertasi che la Calle Cortese, come risulta dagli Estimi, era sottoposta un tempo a tale parrocchia, e che trovasi vicina alle località tuttora chiamate Corte, e Ramo Corte del paludo. Varie memorie d’un Domenico Cortese, il quale potrebbe essere il padre dell’accennato Nicolò, trovansi nel secolo XV. Ad un Domenico Cortese, argentiere, i Signori di Notte comandarono nel 1444 di più non lavorare in una sua officina che cum suo camino alto et eminenti aveva costrutto nella sua casa, posita cum uno suo latere in palude, attesoché il fumo nuoceva ai vicini. Avendo però i medici emesso contrario parere, si permise in seguito al Cortese di continuare nel proprio lavoro. Un Domenico Cortese, l’11 febbraio 1451 M. V., venne condannato a tre mesi di carcere con multa perché cercò d’indurre Lucam Sextum aurificem et magistrum bullarum a fargli unum S. Marchetum falsum pro falso bullare aurum quod ponere intendebat super batituris argenti. Un Marco Minotto ebbe un processo criminale nel 1464 perché conobbe carnalmente la moglie d’un Domenico Cortese, ricevendo da essa molti danari, ed effetti appartenenti al povero marito. Un Domenico Cortese da S. Marina, ascritto alla Scuola Grande di S. Marco, morì nel 1489. Un Domenico Cortese fu sepolto in chiesa dei SS. Giovanni e Paolo. Così ne parla il Codice 27, Classe XIV dei latini, presso la Biblioteca Marciana: Domenico Cortese giace nella chiesa avanti la porta mezzana, vicino alla pillella. Ha l’arma con un leone sbarrato senza iscrizione.

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