Casarìa

a Rialto. Così chiamavasi il luogo ove vendevansi cacio e grassina. Altra casaria esisteva a S. Marco dal Ponte dietro la Zecca, lungo la bocca ove adesso si stendono i Giardinetti Reali. Egli è perciò che nella Mariegola dei Casaroli, sotto la data 18 ottobre 1436, prescrivevasi che nessuna persona, sì casarol come altra persona, non osi comperar caseo, né carne, né altra grassa per rivender per sé né per altri, se non ha botega del Comun di Venezia, cioè in Rialto, dentro la Ruga di Casaria, o in S. Marco; che in quella vender possino e non in altro luoco, sotto pena di L. 10 de piccoli per cadauna volta contrafaranno. L’arte dei Casaroli, che venne eretta nel 1436, radunavasi in chiesa di S. Giacomo di Rialto, ove edificò l’altar maggiore con bella statua del Vittoria, rappresentante il proprio protettore S. Giacomo, e con adornamenti di angeli pur essi di marmo. Ad essa era unita quella dei Salumieri, che però nel 1653 se ne staccarono. L’arte dei Casaroli appellavasi anche consorzio. Trenta inviamenti la formavano, i quali erano stati venduti dalla Repubblica per 62 mila ducati, laonde, successo il Governo democratico, e sciolte le corporazioni, inutili sforzi fecero i casaroli per essere compensati della perdita di tali inviamenti, e dei loro antichi privilegi.


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