Berlendis (Calle) al Malcanton (1). Guida questa strada al palazzo già posseduto dalla famiglia patrizia Berlendis, originaria di Bergamo. Fra i distinti della medesima vi è Giacomo, il quale nel 1615 dimostrò in tal modo il proprio valore contro i Turchi e gli Uscocchi, che il Senato onorollo del carico di Sopraintendente generale dell’Artiglieria; nonché Giulio, vescovo di Belluno, ammesso al Consiglio col fratello Camillo nel 1662 per lo zelo dimostrato nel soccorrere la Repubblica in tempo d’urgenti bisogni. Anche Nicolò, figlio di Camillo, si fece molto onore come podestà e capitano di Trevigi e, venuto a morte nel 1772, fu sepolto in chiesa di S. Margherita con epigrafe illustrata dal Cicogna.
Passata la Calle della Testa, per dirigersi verso le Fondamenta Nuove, havvi un’altra località chiamata Calle Larga Berlendis da un’altra famiglia di questo cognome, ascritta alla cittadinanza originaria, ma discendente dal medesimo ceppo dei Berlendis patrizii. La casa dominicale, già posseduta da questa famiglia, ha la facciata che guarda, oltre il rivo, la Fondamenta dei Mendicanti, ed apparteneva a prè Ippolito e fratelli Torella, da cui passò in Pietro, Zuane e Bortolo frat. Berlendis q. Camillo collo strumento 3 giugno 1723, in atti di Bartolammeo Mandelli N. V. Pietro Berlendis fu Governatore dell’Ospizio della Pietà, e Dottore. Dalla moglie Catterina Zender, sposata nel 1716 ebbe, quel Giovanni che nel 5 aprile 1752 venne approvato cittadino originario. Lorenzo, Pietro e Bartolammeo, figli di Giovanni, ottennero il titolo di baroni con terminazione 4 decembre 1767. La famiglia Berlendis, detta dalle Fondamenta Nuove, o dai Mendicanti, mercanteggiava anticamente in seta ed in cambi. Essa aveva in chiesa del Sepolcro un altare dedicato ai SS. Francesco e Chiara, e la propria tomba con arma gentilizia, ed iscrizione.
In Calle Larga Berlendis, verso il Rio della Panada, esisteva un teatro, che era stato eretto di tavole dalla patrizia famiglia Grimani da S. Maria Formosa, ove nel 1639 si eseguì la Delia o sia la Sera sposa del Sole, poesia dello Strozzi, musica del Sacrati. Un anno dopo si ricostruì in pietra, ma nel 1715 fu chiuso, e nel 1748 ne precipitò il tetto, laonde in seguito venne completamente distrutto (2). Il Martinioni, nelle sue aggiunte alla Venetia del Sansovino, dice che in questo teatro, si recitano il Carnevale Opere Musicali con maravigliose mutationi di scene, comparse maestose e ricchissime, macchine e voli mirabili; vedendosi per ordinario risplendenti Cieli, Deità, Mari, Reggie, Palazzi, Boscaglie, Foreste et altre vaghe e dilettevoli apparenze. La musica è sempre squisita, facendosi scelta delle miglior voci della Città, conducendone anco da Roma, di Germania, e d’altri luoghi, e specialmente donne, le quali, con la bellezza del volto, con la ricchezza degli habiti, con il vezzo del canto, con l’attioni proprie del personaggio che rappresentano, apportano e stupore e meraviglia.
Il teatro in Calle Larga Berlendis era detto anche di Calle della Testa perché ad essa vicino.
Note di Lino Moretti
- Denominazione scomparsa con il passaggio della calle in proprietà privata.
- Secondo quanto scrive G.G. Bernardi nella « Rivista di Venezia », VIII (1930), p. 99, il teatro dei Ss. Giovanni e Paolo fu ricostruito in pietra prima del 1639, perché i cataloghi dimostrano che le rappresentazioni si succedettero ininterrottamente dal 1639 al 1700. Nel corso del Seicento vi si presentarono 99 opere, delle quali 88 affatto nuove.
Mappa
Nella vicinanza
- Semenzi (Corte) sulle Fondamente Nuove
- Mendicanti (Ramo Primo, Ramo Secondo, Ramo Terzo, Calle, Ponte, Fondamenta dei)
- Ruzzini (Calle) in Birri, verso le Fondamente Nuove
- Buranelli (Calle dei) in Birri
- Propria (Calle e Ramo) in Birri
- Cortese (Calle) ai SS. Giovanni e Paolo
- Pozzetto d'oro (Corte del) in Birri, a San Canciano
- Fico (Ramo Calle del) in Birri
- Carità (Ramo, Corte della) in Birri, a S. Canciano
- Birri (Rio terrà dei) a S. Canciano
- Tiziano (Campo di) in Birri, a S. Canciano.
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