Baffo (Ramo) a S. Ternita. Appellasi negli Estimi Ramo di Ca’ Baffo dalla patrizia famiglia di questo cognome. Un Lorenzo Baffo de m. Alvise da S. Ternita trovasi nel ruolo dei confratelli patrizii in una delle Mariegole della scuola Grande di S. Maria della Misericordia, che incomincia col 1308, ed arriva al 1499. E nei Necrologi Sanitari: Adì 17 Xbrio 1593. Il chl.mo s. Mateo Bafo fo del chl.mo s. Zan Alvise, de ani 25, da eticho, mesi 6. S. Ternita.
I Baffo vennero da Parma a Mestre, e poscia a Venezia nell’827. Edificarono nel 1034 la chiesa, ora distrutta, di S. Secondo in isola, e nel 1222 quella di S. Maria Maddalena, nella qual contrada vuolsi che possedessero un castello, detto Castel Baffo. Rimasti nel 1297 del Consiglio, produssero uomini distinti. Una donzella di questa casa, fatta col padre prigioniera dei Turchi, divenne moglie di Amurat III, e nel 1568 madre di Maometto III (1). Esercitò costei un lungo dominio sopra Amurat, e conservollo sopra Maometto, né lo perdette che sotto Acmet, il quale la relegò nel vecchio serraglio. Un Lodovico Baffo, valoroso Sopracomito di galera, operò nel 1650 azioni ardite contro i Turchi, si diportò bene nella conquista delle fortezze di S. Todero e Turlulù nel regno di Candia, nel 1656 trovossi alla battaglia dei Dardanelli, e nel 1657, come direttore della galeazza capitana Morosina, intervenne alla vittoria sopra le galere barbaresche a Scio. Di lui congiunto fu quel Giorgio, nato nel 1694, e morto nel 1768, che va celebre fra noi per le sue poesie in dialetto veneziano. Con Giorgio andò estinta la famiglia.
Note di Lino Moretti
- Non una Baffo, ma una Venier fu la Sultana veneziana. Si chiamava Cecilia ed era figlia di Niccolò e di Violante Baffo (di qui l’errore che fu corretto da E. Spagni in « Nuovo Archivio Veneto », XIX (1900), p. 241). Rapita nel 1537, quando aveva dodici anni, dall’ammiraglio turco Kaireddin Barbarossa, fu destinata all’harem del sultano Selim, del quale divenne la favorita col nome di Nur Banu (donna di splendore). Fu la madre del sultano Amurat III, che ebbe per lei grande venerazione. Morì nel 1583.
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