S. Alvise

S. Alvise (Campo, Rio, Secchere). La chiesa di S. Lodovico, vulgo di S. Alvise, deve, secondo i cronisti, la propria origine ad una visione che nel secolo XVI ebbe Antonia Venier, in cui le apparve S. Lodovico vescovo di Tolosa, comandandole di erigergli un tempio. La Venier fabbricò inoltre un monastero ove si ritirò con alcune compagne per professare la regola di S. Agostino. Questo monastero dilatossi dopo che nel 1411 vi concorsero parecchie monache Agostiniane fuggite da Serravalle in occasione di guerra. Nel 1806 esso accolse eziandio le monache di S. Caterina di Venezia. Nel 1810 fu soppresso, e divenne asilo delle fanciulle esposte, dopo il loro ritorno dalle balie campestri. Ora è occupato dalle Figlie di Carità, venute da S. Lucia. La chiesa, sorta nel 1388, fu rifabbricata nel 1430, e ristaurata verso la fine del secolo XVII (1).

Nel circondario di S. Alvise morì il celebre medico Santorio Santorio, come si ricava dalla seguente annotazione tratta dal necrologio parrocchiale della chiesa dei SS. Ermagora e Fortunato: A di 25 febbraio 1635 M. V. l’ecc.mo sig. Santorio Santorio medico fisico di anni 76, da mal d’orina già anni uno, nelle case del Dardani a S. Alvise.

In Campo di S. Alvise, e precisamente in le case delle muneghe, abitava nel 1566 Ant.o Palma depentor, padre del celebre Jacopo Palma detto il giovine.

Per le Secchere di S. Alvise vedi Secchere (Corte delle).

Note di Lino Moretti

  1. Alla 3ª linea di questa voce si corregga XVI in XIV. L’istituzione del monastero risale al 1308. Infatti nel catastico del vescovo Ramperto Polo (1303-1309) il monastero è detto «qui (sic) de novo fundatum est». (CORNER, Eccl. Ven., XII, p. 243). La chiesa è parrocchiale dal 1931.

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