San Giovanni

San Giovanni (Campiello, Fondamenta) alla Giudecca. Per disposizione testamentaria, fatta nell’anno 1333, non da Bonacorso Bonacorsi, oppure da Bonacorso Benedetti, come erroneamente dicono le cronache, ma bensì da Bonacorso Moriconi, soprannominato Boneta, mercadante di seta lucchese, morto nel 1339, si eresse alla Giudecca una chiesa dedicata alla B. V., San Giovanni, e S. Francesco con annesso monastero di monaci Camaldolesi. Ciò si deduce dalla seguente iscrizione posta sopra la sepoltura d’esso Moriconi: S. Bonacursi Moriconi Dicti Boneta De Luca Civis Venetiar. Obiit Anno Domini mcccxxxviv Mensis Madii Pro Anima Cuj. De Bonis Suis Factum Est Istud Monast. Mariae Et Sanctorum Iohannis Baptistae et Francisci Confessoris Quorum Precibus Anima Ipsius Bonacursi Requiescat In Pace. Amen. Pro Anima Cuius Et Suorum Eredum Nos Tenemur Exorare Dominum. A queste fabbriche, che volgarmente si denominarono dal solo San Giovanni, si aggiunse pure un ospitale per venti poveri. Quanto al monastero, esso venne compiuto nel 1344 e nel 1369 dilatato. L’Ordine dei Camaldolesi restò soppresso nel 1767 dalla Repubblica Veneta. Ciò nonostante, alcuni di quei religiosi continuarono ad uffiziare la chiesa, che però nel principio di questo secolo fu, insieme al monastero, demolita.

Sulla Fondamenta di San Giovanni scorgesi un palazzo che apparteneva alla famiglia Barbaro, in cui Ermolao Barbaro instituì nel 1484 un’accademia di filosofia. Passato questo palazzo alla famiglia Nani, si diede la stessa ad abitarlo, e colà l’istoriografo Nani raccolse l’accademia dei Filareti. Una lapide affissa alla parete serba memoria della celebre istituzione.

In ca’ Nani alla Giudecca si diede nell’8 settembre 1755 una brillantissima cena, con cento e ventinove convitati, in onore del principe Clemente Augusto di Baviera, elettore ed arcivescovo di Colonia, venuto il 29 agosto di quell’anno a visitar Venezia.

Essendo sorta rissa, per cagione di giuoco, nel casino di San Felice fra i NN. UU. Emilio Arnaldi di Vincenzo, e G. Alvise Barzizza q. Antonio, deliberarono i contendenti di venire alla prova dell’armi. Il duello successe a S. Giovanni della Giudecca il 22 gennaio 1738 M. V. facendo da padrino il conte Vincenzo Silva, cugino del Barzizza. Tutto finì con una leggera ferita riportata dall’Arnaldi, che venne assolto, e col bando del Barzizza e del Silva. Il fatto tuttavia destò rumore, essendo esso uno dei pochi di tal genere successi fin allora in Venezia.

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