Fuvvi tempo in cui curiosità ci spinse ad indagare l’origine delle Denominazioni Stradali di Venezia. Siccome però alcuni altri eransi accinti all’opera medesima con meno prospero successo, servendosi dei soli libri stampati, così noi volemmo ricorrere, oltre che a questi, alle copiose memorie manoscritte che si conservano nelle biblioteche e negli archivii della nostra città. Ci demmo quindi a svolgere i documenti delle Chiese, delle Corporazioni Religiose, e degli Istituti di Beneficenza ; molte Cronache tanto di Storia patria, quanto di famiglie nobili e popolari, le Prove di Nobiltà, i Privilegi ed i Processi di Cittadinanza Originaria, i Catasti ed i Traslati di beni, le Anagrafi dei Provveditori alla Sanità, i Necrologi dei medesimi, e quelli delle Parrocchie, alcuni Testamenti, le Mariegole delle Scuole Grandi, e varie di quelle dell’Arti, nonchè diverse leggi delle Venete Magistrature. Perchè poi la nostra fatica non riuscisse nuda di troppo, ove, verbigrazia, ci siamo abbattuti in una Chiesa, in un Monastero, in una Scuola, od in un Ospizio di Carità, vi aggiungemmo in compendio la storia ; ove abbiamo nominato un Palazzo, toccammo del suo stile architettonico, e dei varii proprietarii aa cui esso appartenne ; ove ci venne fra la penna il cognome d’una famiglia, abbiamo esposto il paese, e l’epoca della sua venuta coʻsuoi fasti ; ove parlammo d’ un’Arte, abbiamo additato l’anno della sua riduzione in corpo, il Santo che venerava, il sito in cui raccoglievasi, e le sue leggi principali. Nostra cura finalmente fu quella di notare gli avvenimenti più importanti, onde furono teatro le parrocchie e le strade prese per tema dei nostri articoli, e le persone memorabili che vi ebbero domicilio.
Quanto al metodo, seguimmo il lessicografico, siccome quello che scusa le ripetizioni, e risponde a colpo d’occhio alle ricerche. Quanto alla Nomenclatura Stradale, ci attennemmo all’Anagrafi impressa per cura del Municipio nel 1841 , non senza introdurvi quei piccoli cambiamenti che da quell’epoca fino ai nostri giorni successero . Ecco come compimmo l’opera nostra, e, compiuta ch’essa fu , ci avvedemmo, essere verissimo quanto per altri fu scritto, che, investigando l’origine dei nomi delle vie, si viene aa derivare nuove fonti alla storia. Ora non ci restano che due ufficii da soddisfare. Il primo è quello di render grazie a coloro che ci furono larghi d’ajuti, fra i quali ci teremo i Preposti all’ I. R. Archivio Generale, all’ I. R. Archivio Notarile, ed alla I. R. Biblioteca Marciana, nonchè il cav. Emmanuele Cicogna, vero specchio d’ erudizione e cortesia. Consiste il secondo nel chiedere venia al benigno lettore per quei mancamenti ed inesattezze che incontrar si potessero nel corso dell’opera, mancamenti ed inesattezze quasi impossibili ad evitarsi in un complesso di notizie tanto lontane e disparate. In tale proposito corra anche per noi la scusa del poeta :
Quod potui feci; faciunt meliora potentes.