Forno vecchio (Corte del) a S. Giovanni in Bragora. Alcune strade di Venezia, ove anticamente era stabilito un forno, ebbero questo nome dopoché qualch’altro forno in epoca posteriore si stabilì nei contorni.
L’elefante che scappò nel 1819 dal suo serraglio sulla Riva degli Schiavoni, involandosi a’ suoi persecutori, entrò nella Calle del Forno Vecchio a S. Giovanni in Bragora. Qui ruppe la porta d’una casa, fracassò la vera d’un pozzo, e, tentando di salire una scala di legno, rovinò a terra colla medesima. Allora gli furono scaricate contro molte palle di fucile, che non valsero a ferirne la durissima pelle, ma penetrarono in quella vece in una piccola stanza terrena, ove tranquillamente dormiva una povera vedova con quattro teneri figliuoli. Fortunatamente però volarono al di sopra dei corpi di quell’infelice famiglia, la quale, per un prodigio, restò illesa del tutto. Frattanto l’elefante rialzatosi, tornò a prender la fuga, e riparò nella chiesa di S. Antonino, in cui finalmente rinvenne la morte per opera degli artiglieri. Vedi S. Antonino (Salizzada ecc.).
Tra le altre strade che portano la stessa denominazione merita ricordo la Corte del Forno Vecchio a S. Luca ove esiste un oratorio fondato nel 1815 da Giovanni Bollani.
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